Gli anabattisti

L'epoca della Riforma diede nuovo impulso ai movimenti socialisti. Già prima del della Riforma la Germania ribolliva di umori chiliastici. Dei predicatori erranti denunciavano i peccati del mondo e annunciavano il prossimo castigo; si diffusero largamente predizioni astrologiche di svariate calamità: inondazioni, carestie, insurrezioni, "quando nei fiumi scorrerà sangue". Era in voga il detto: "Chi non morirà nel 1523, non annegherà nel '24, non sarà ammazzato nel '25, potrà dire d'esser stato miracolato".

L'invenzione della stampa contribuì straordinariamente alla diffusione di queste idee, Ogni contadino o artigiano poteva vedere raffigurata sulla carta un'armata a bandiere spiegate che marciava unita verso la rivoluzione futura, davanti a principi, prelati e Papa terrorizzati.

Questi umori si manifestarono in modo particolarmente chiaro nel movimento degli anabattisti, che dilagò in Germania, Svizzera, Austria, Boemia, Danimarca e Olanda e, un secolo dopo, anche in Inghilterra.

Come spesso capita, il nome della setta fu coniato dai suoi avversari, probabilmente fu Zwingli a metterlo in circolazione. In realtà il movimento esisteva già molto prima del suo nome (gli adepti si chiamavano "fratelli"). La denominazione di "anabattisti" (ribattezzati) è dovuta al fatto che i membri della setta non riconoscevano l'efficacia del battesimo dei bambini e procedevano spesso a un secondo battesimo degli adulti. Successivamente i membri presero a chiamarsi battisti.

Alla base della dottrina anabattista (111) troviamo un'idea già più volte incontrata, l'idea cioè dell'abbandono da parte della Chiesa cattolica dei veri insegnamenti di Cristo, perpetrato al tempo dell'imperatore Costantino I settari si consideravano i diretti continuatori del cristianesimo apostolico e rinnegavano per questo ogni "tradizione" della Chiesa cattolica, cioè tutte quelle parti della sua dottrina e organizzazione che non si trovavano esplicitamente nei Vangeli. Non riconoscevano l'autorità suprema del Papa, credevano che la salvezza dell'anima fosse possibile anche al di fuori della Chiesa cattolica e sostenevano il sacerdozio universale. Delle scritture riconoscevano come sacri solamente i Vangeli, e di questi solo le parole pronunciate direttamente da Cristo. Una particolare importanza aveva il Discorso della montagna, i cui precetti dovevano essere eseguiti alla lettera. Il senso del Vangelo, secondo la loro dottrina, si rivela solo per illuminazione, anche oggi, a chiunque ne sia degno, mentre un tempo lo fu solo agli apostoli e ai profeti.

Gli anabattisti ritenevano che l'assassinio fosse peccato mortale in qualsiasi circostanza e si rifiutavano di prestare giuramento; ciò che implicava il rifiuto di partecipare a molti aspetti della vita. In genere nella loro dottrina aveva un ruolo importante la contrapposizione tra "veri cristiani" e "mondo" o "falsi cristiani", che nei momenti cruciali si trasformava in veri e propri appelli bellicosi a "sterminare i senza Dio".

Nell'organizzazione degli anabattisti molto ricordava i catari. La guida di tutto il movimento era affidata alla comunità degli apostoli, che vivevano come pellegrini dopo aver rinunciato al matrimonio e ai beni materiali. Viaggiavano in coppia: il più anziano si votava alle cure della fede e all'organizzazione della setta, mentre il più giovane gli dava una mano nelle questioni pratiche. Tra gli apostoli venivano scelti i vescovi, preposti a dirigere l'attività della setta nelle diverse regioni.

Per decidere le questioni di principio venivano riunite delle assemblee di vescovi, i "sinodi" o "capitoli". Invitando a uno di questi capitoli, svoltosi a Waldsbut nel 1524, Balthazar Humbayer scriveva: "Un antico costume dei tempi apostolici vuole che nelle situazioni di difficoltà per la fede, coloro cui è stata affidata la parola di Dio si riuniscano per trovare una soluzione cristiana" (112).

I vescovi di tutta Europa si riunivano di frequente; così a Basilea, probabilmente per partecipare ai capitoli del 1521-23 si incontrarono "fratelli" provenienti dalla Svizzera (tedesca, francese e romancia), dalle Fiandre (Veltin), dalla Sassonia (Heinrich von Eppendorf), dalla Franconia (Stumpf), da Francoforte sul Meno (il cavaliere Hartmut von Kronberg), dall'Olanda (Rode), dall'Inghilterra (Richard Crock e Thomas Dipset), dalla Savoia (Anemund de Kokt), e altri ancora (113). Al capitolo di Augusta, del 1526, presero parte più di 60 "fratelli anziani".

Le concezioni sociali degli anabattisti non erano omogenee. Nella Cronaca di Sebastiano Frank (XVI sec.) leggiamo in proposito: "Alcuni si reputano santi e immacolati. Questi avevano tutto in comune". "Altri mettono in comune solo quanto basta a che nessuno sia nel bisogno" "Tra di loro comparve una setta che voleva rendere comuni le donne, come pure ogni proprietà" (114).

Troviamo molte informazioni sugli anabattisti in un libro di Bullinger, scritto sempre nel XVI secolo. Descrivendo la setta dei "liberi fratelli" apparsa presso Zurigo, scrive: "I liberi fratelli, che molti anabattisti chiamavano "rozzi fratelli", erano molto numerosi all'inizio del movimento. Essi intendevano la libertà di Cristo in senso fisico; volevano essere liberi da qualsiasi legge, sicuri che Cristo li aveva liberati. Perciò si ritenevano assolti dalle decime, dall'obbligo delle corvè e dalla servitù feudale. Alcuni di loro, corrotti fino al midollo, convincevano donne leggere che avrebbero potuto spiritualizzarsi solo rompendo il loro matrimonio. Altri credevano che essendo tutte le cose comuni, anche le donne dovessero esserlo. Certi invece dicevano che dopo il secondo battesimo erano rinati e non potevano più peccare: solo la carne pecca. Da queste false dottrine scaturirono scandali e oscenità di ogni tipo. E osavano affermare che questa era volontà di Dio" (115).

In un altro passo lo stesso Bullinger scrive: "Affermano seriamente che nessuno deve possedere nulla, che tutte le proprietà e i beni devono essere comuni in modo che non si possa essere a un tempo cristiani e ricchi" (116). "Hanno istituito, come un ordine monastico di nuovo tipo, delle regole sugli abiti che specificano il tessuto, la foggia, la larghezza e la lunghezza" (117). "Hanno istituito delle regole per quanto riguarda il cibo, le bevande, il sonno, il riposo, l'andare e il venire" (118).

All'inizio degli anni venti del XVI sec., gli anabattisti rinunciarono all'aspetto segreto e cospirativo della loro attività, e scesero in campo aperto contro il "mondo" Chiesa cattolica.

Nel 1524, a Norimberga si tenne una grande riunione segreta cui prese parte Denck, uno dei più influenti teorici dell'anabattismo, il piccardo Hátzer, Hut, un "vecchio fratello valdese", e altri "fratelli" ancora. Molti furono catturati a Norimberga, ma Denck sfuggì in Svizzera. Là ebbe luogo una nuova riunione dei "fratelli" di vari paesi, in cui fu deciso di procedere a un secondo battesimo pubblico. La decisione fu messa in pratica a Zurigo e a San Gallo. Si trattava, evidentemente, di un gesto simbolico che indicava il passaggio alla lotta aperta di tutto il movimento; lo stesso fecero nel 1457 i fratelli cechi nell'assemblea di Lota, volendo dimostrare pubblicamente lo scisma dal cattolicesimo.

A San Gallo nel 1525 fu introdotta una specie di divisa, obbligatoria per tutti i membri della comunità, fatta di grezzo tessuto grigio con larghi berretti pure grigi. Fu proibita qualunque forma di vita sociale e di divertimento. Gli anabattisti furono detti "monaci senza tonaca". A Zurigo i capi del movimento predicavano che "tutte le proprietà devono essere riunite e messe in comune".

Questi avvenimenti erano accompagnati da strani fenomeni. I membri di alcuni gruppi si recavano nudi alle riunioni e, per essere come bambini, camminavano carponi e giocavano con le biglie. Altri davano fuoco alla Bibbia, e al grido "qui, qui!" si percuotevano il petto, a indicare il luogo dove ha sede lo spirito vivificante. Uno, su ordine del padre, uccise suo fratello a imitazione del sacrificio di Cristo (119).

In Svizzera gli anabattisti non riuscirono a imporsi all'interno del movimento riformista (soprattutto grazie all'opposizione di Zwingli). Gli anabattisti svizzeri esiliati si rifugiarono in Boemia, fondendosi poi con i fratelli boemi. Essi favorirono il nascere di grandi comunità basate sui loro principi collettivisti. Fu introdotta la comunione dei beni; tutto quanto guadagnavano i "fratelli" veniva versato nella cassa comune, amministrata da uno speciale "tesoriere". La "buona polizia" controllava tutta la vita della comunità: l'abbigliamento, le abitazioni, l'educazione dei figli, i matrimoni, il lavoro. C'erano norme precise sugli abiti di uomini e donne, sull'ora in cui coricarsi, sul tempo per lavorare e riposarsi. Tutta la vita dei "fratelli" trascorreva sotto gli occhi degli altri: era vietato cucinare qualcosa solo per sé, c'erano mense comuni obbligatorie. I celibi dormivano in comune, uomini e donne separatamente. I bambini sopra i due anni venivano tolti ai genitori ed educati in asili comuni. Erano gli anziani a concludere i matrimoni e a stabilire la professione di ciascuno.

I membri della setta rifuggivano ogni contatto con lo Stato: non prestavano servizio militare, non ricorrevano ai tribunali, mantenevano un atteggiamento passivamente ostile, pur rifiutando ogni violenza (120).

In Germania l'anabattismo assunse un carattere sempre più rivoluzionario; in Turingia, al confine con la Boemia, il centro del movimento divenne la città di Zwickau. I cosiddetti profeti di Zwickau erano capeggiati dall'apostolo anabattista Klaus Storch. Essi credevano che gli eletti da Dio Potessero avere un rapporto diretto con Lui come al tempo degli apostoli, e negavano che la Chiesa potesse dare la salvezza. La scienza e l'arte, secondo la loro dottrina, non servono all'uomo poiché tutto ciò che serve alla salvezza è già stato instillato nell'uomo da Dio.

Storch, a imitazione di Cristo si circondò di dodici apostoli e settanta discepoli. I "profeti" predicavano l'invasione dei turchi, il regno dell'Anticristo, lo sterminio degli empi e l'avvento del regno millenario di Dio, quando ci sarà un solo battesimo, una sola fede.

Si è conservata una stesura della dottrina di Storch, in un'opera di Wagner, pubblicata a Erfurt alla fine del XVI sec., Come Nikolaus Storch diede inizio alla rivolta in Turingia e nelle province vicine, il libro è scritto sulla base di testimonianze dirette di persone che conobbero Storch. La dottrina è articolata nei seguenti punti:

l. Non bisogna mantenere alcun legame matrimoniale, né pubblico né segreto...

2. Al contrario, ognuno può prendersi quante donne vuole. secondo quel che esige la sua passione e vivere con loro a suo piacimento nell'intimità carnale.

3. Tutto deve essere comune, poiché Dio ci ha mandati nel mondo tutti nudi allo stesso modo. E ha dato a tutti lo stesso diritto di proprietà su ciò che esiste sulla terra, vuoi l'uccello dell'aria, vuoi il pesce dell'acqua.

4. Per questo bisogna una volta per tutte esautorare ogni autorità, laica o religiosa che sia, o farli perire di spada, perché essi vivono sfrenatamente, succhiano il sangue e il sudore dei poveretti loro sottoposti, s'ingozzano e bevono giorno e notte...

Per questo tutti devono, il più presto possibile, sollevarsi, impugnare le armi e scagliarsi contro i preti nei loro comodi rifugi, accopparli e sterminarli. Infatti se è vero che si priva il gregge del pastore, è anche vero che dopo per il gregge andrà meglio. In seguito bisognerà scagliarsi anche contro gli strozzini, impadronirsi delle loro case, far man bassa delle loro proprietà, radere al suolo i loro castelli (121).

Questo primo sussulto del movimento anabattista coincise con la guerra contadina del 1525 in Germania. Ma la dottrina socialista di quei tempi trova la sua espressione più chiara nell'attività di Thomas Münzer. La sua biografia è trattata più dettagliatamente nell'Appendice, ci limiteremo quindi, per adesso, a esporre in breve la sua teoria.

Münzer insegnava che l'unico padrone, l'unico re della terra è Cristo. Ai principi egli ha affidato un compito che si discosta di poco da quello del boia, essi devono inoltre adempierlo secondo le precise indicazioni degli eletti di Dio. Se un principe non si sottomette alla loro direzione, deve essere ucciso. Il potere di Cristo si incarna realmente nella comunità degli eletti, una cerchia ristretta che è nettamente distinta dal resto della Popolazione. Egli cercò di organizzare praticamente un'unione simile.

Münzer prese il potere nella città di Mulhausen, da cui la Popolazione insorta aveva scacciato il consiglio municipale. Nella città e nelle sue adiacenze furono distrutti monasteri, profanate immagini sacre, massacrati monaci e preti. Münzer predicava che tutte le proprietà dovevano essere comuni; questa regola valeva per la sua unione.

In una cronaca dell'epoca si racconta che tentarono di tradurre in pratica questi principi. Agli occhi di Münzer già si andavano delineando i tratti dello Stato comunista del futuro, retto dall'unione degli "eletti", armati della "spada di Gedeone".

Ma ben presto l'armata radunata dai principi entrò in città. I partigiani di Münzer furono sbaragliati, e Münzer stesso giustiziato (122).

La partecipazione degli anabattisti alla guerra contadina non fece che inasprire ancora di più il potere contro di loro. In tutta la Germania centrale e meridionale dilagarono le persecuzioni di massa contro gli anabattisti, accompagnate da orrende brutalità. Questo portò a un temporaneo riflusso degli umori bellicosi e socialisti, ma nel giro di pochi anni essi ritornarono alla superficie.

La Cronaca di Sebastiano Frank ci informa che nel 1530 in Svizzera prese il sopravvento una corrente dei fratelli che ammetteva la difesa armata e la guerra, se fossero state necessarie. "Questi fratelli erano un gran numero".

Nei "sinodi" degli anabattisti diminuì l'influenza del più moderato "apostolo" Denck, mentre venne in primo piano l'ex collaboratore di Münzer, Hut, che predicava l'instaurazione di una totale comunione dei beni terreni. Diceva che "i santi invece saranno felici e avranno tra le mani una spada a due tagli per compiere la vendetta tra le nazioni" (123).

Hut creò una nuova unione, che si prefiggeva lo scopo di "sterminare tutti i poteri e i signori". Si pensò "d'instaurare il potere di Hans Hut sulla terra" con capitale a Mulhausen. La maggior parte dei membri dell'unione non era a conoscenza dei piani più radicali, che erano rivelati solo a una ristretta cerchia di adepti, detti "i sapienti".

Nel 1535 i consiglieri dell'imperatore Carlo V gli presentarono un rapporto in cui si diceva che "gli anabattisti, autodefinendosi veri cristiani, vogliono dividere tutti i beni [ ... ]" (124). Questa atmosfera di eccessi caricaturali divenne ben presto realtà. Fu così che un pellicciaio, tale Agostino Bader, si proclamò re del nuovo Israele, si fece una corona e vesti regali, e finì condannato a Stoccarda (125).

Nel 1534-35 questo impulso di spiriti combattivi tra gli anabattisti portò a una nuova esplosione, che potrebbe essere intesa come un tentativo di rivoluzione anabattista nell'Europa settentrionale. Gli avvenimenti chiave ebbero luogo nella Germania del nord, dove per molti anni erano confluiti gli anabattisti perseguitati della Germania centrale e del sud. Munster divenne centro di questi avvenimenti.

Sfruttando la lotta tra cattolici e luterani, gli anabattisti presero la maggioranza nel consiglio municipale di Munster, dopodiché sottomisero completamente la città. Tutti quelli che rifiutavano di prendere il nuovo battesimo furono espulsi da Munster dopo essere stati spogliati di tutti gli averi. Quindi ogni proprietà nella città fu socializzata; tutti erano tenuti a consegnare i propri averi sotto il controllo di speciali diaconi a questo preposti. Infine fu introdotta la poligamia e le donne, a partire da una certa età, erano obbligate al matrimonio.

Da Munster gli apostoli dell'anabattismo andarono per la Germania, la Danimarca e l'Olanda predicando il secondo battesimo ed esortando ad accorrere in aiuto di Munster. Il vescovo Waldeck, nella cui giurisdizione si trovava una volta Munster, e i principi vicini spaventati da questo movimento, raccolsero un esercito e circondarono la città. L'assedio si protrasse per più di un anno. Nella città, nel frattempo, un anabattista, Giovanni Beukels, detto Giovanni di Leida, fu proclamato re di Miinster e del mondo intero. Costui aveva una corte fastosa, si circondava di numerose donne, e lui stesso, sulla pubblica piazza, tagliava le teste dei riottosi.

In quel periodo gli anabattisti fecero scoppiare rivolte in tutta la Germania settentrionale e in Olanda e riuscirono persino a impadronirsi per breve tempo del municipio di Amsterdam.

Ma alla fine le autorità riuscirono a venire a capo della situazione. Nel 1535 Munster fu presa d'assalto, Beukels e altri capi anabattisti furono giustiziati. La descrizione più completa di questo episodio si trova nell'Appendice.

 

Le sette nella rivoluzione inglese del 1648

Dopo la rotta di Munster tra gli anabattisti si creò di nuovo la scissione tra moderati ed estremisti. Nel 1536, nei paraggi della città di Buchholz, in Vestfalia, si riunì un "sinodo". Battenburg sosteneva le parti degli anabattisti di Munster (ovvero la volontà di combattere con la forza delle armi nella certezza che il Regno di Dio è prossimo), mentre i partigiani di Phillips erano su posizioni opposte. Questa corrente prese il sopravvento, ma anche i suoi stessi sostenitori non condannavano radicalmente i loro oppositori, dicendo che se anche Battenburg aveva ragione, il tempo del "Regno degli eletti" non era ancora giunto, e per questo non conveniva ancora, per il momento, togliere il potere agli empi. Incominciò da quell'istante l'allontanamento degli anabattisti da ogni attività sociale sul continente. I loro rappresentanti più radicali emigrarono attraverso l'Olanda in Inghilterra. E' interessante notare che già al "sinodo" di Buchholt avevano preso parte degli inglesi. Uno di questi, di nome Henry, aveva attivamente partecipato all'organizzazione del "sinodo" e pagato il viaggio ai delegati (126).

All'inizio del XVII secolo gli anabattisti emigrati in Inghilterra dalla Germania e dall'Olanda si fusero con il preesistente movimento dei lollardi. La rivoluzione inglese del 1648 coincise con un ritorno di fiamma di tutte queste sette. Le rivolte di Münzer e Beukels tornarono in auge. Ecco cosa ne dice un libro d'ambiente quacchero: "Nessuno ha motivo di vergognarsi della sua origine anabattista. Persino gli abitanti di Münzer non fecero che ribellarsi alle crudeltà dei tiranni tedeschi, i quali tormentavano come veri e propri diavoli l'anima e il corpo del popolo semplice. P, perché sono stati sconfitti che ora li chiamano ribelli. La loro rivolta è stata violenta perché i loro oppressori erano ben più violenti" (127).

In difesa di Münzer si schierò anche Lilburne, uno dei capi più popolari dell'ala estremista dell'esercito puritano (nel suo pamphlet Le leggi fondamentali della libertà).

In un altro pamphlet della stessa epoca si trovano alcuni principi della dottrina degli anabattisti inglesi: "Il cristiano non può con coscienza pura possedere alcunché di suo, ma tutto ciò che possiede deve metterlo in comune" (128).

Verso la metà del XVII secolo si diffuse in Inghilterra la setta dei ranters, che aveva una dottrina straordinariamente simile a quella dei "fratelli del libero spirito". Essi credevano che tutto ciò che esiste è divino, e che solamente l'uomo introduce nel mondo la distinzione tra Bene e Male. Da un punto di vista mistico ciò si rifletteva nell'identità tra Dio e diavolo. "Il diavolo è Dio, l'inferno è il cielo, il peccato è la santità, la maledizione la salvezza" (129).

Questo portava alla negazione della morale e a un'amoralità ostentata, di principio. Così Clarkson narra che quando era un ranter cercava "con ogni moto dell'animo il furto, l'inganno, il male e la violenza, e tutti i delitti possibili (ad eccezione dell'assassinio), poiché credeva che Dio avesse creato solo il bene, e che ruberie e inganno non esistessero, ma fossero stati inventati dall'uomo" (130).

In campo sociale i ranters rifiutavano la proprietà e il matrimonio. Nell'opuscolo L'ultimo messaggio dei ranters si dice che questi: "Insegnavano che era assolutamente contrario agli intenti del creatore che la più piccola cosa appartenesse a uomo o donna, e tutto doveva invece essere comune". "Dicono che è soltanto in conseguenza del peccato originale che si è instaurata l'abitudine che un uomo si leghi a una donna; ma secondo loro, essi sono liberi dal peccato originale e sono quindi liberi di unirsi come meglio pensano" (131).

E. Hyde nel suo opuscolo Il miracolo attribuisce ai ranters la convinzione che: "Le donne sono spose di tutti gli uomini al mondo, e tutti gli uomini sono mariti di tutte le donne al mondo; per questo ogni uomo può unirsi con ogni donna, e ogni donna può unirsi con ogni uomo, perché tutti sono vicendevolmente sposi" (132).

Li accusavano di praticare riti che parodiavano l'eucarestia, e prevedevano accoppiamenti contro natura, come nel "barilotto" e nei "paradisi" dei "fratelli del libero spirito".

Il parlamento stilò un atto di condanna per chi predicava che "gli uomini e le donne più perfetti e graditi a Dio sono quelli che compiono i peggiori peccati con il minore rimorso" (133).

Intorno al 1650 la massa dei ranters si fuse con i quaccheri, al punto che divenne impossibile tracciare una linea di separazione tra le due correnti.

L'impeto religioso che animava le innumerevoli correnti anabattiste si riaccese allora anche a causa della politica estera di Cromwell. A provocare l'indignazione fu la conclusione della pace con i Paesi Bassi, che distruggeva la speranza di propagare il potere dei "santi" a tutta l'Europa.

Il predicatore quacchero James Nayler ebbe per un certo periodo un enorme successo, persino tra gli intimi di Cromwell. Si sparse la voce che fosse il secondo Cristo. "D'ora in poi il tuo nome non sarà James ma Gesù" gli scrissero. Alla notizia della sua entrata a Bristol si verificarono disordini tali che poteva sembrare verosimile che Bristol diventasse una seconda Munster, un'altra "Nuova Gerusalemme". Nayler entrò in città a cavallo, al suo seguito venivano folle strabocchevoli. Ma si scontrò con i soldati di Cromwell che a quel tempo avevano già fatto esperienza di tutta la guerra civile. La folla fu dispersa, Nayler fu catturato e chiuso in prigione. Il suo caso fu dibattuto per alcuni mesi in parlamento. A quanto pare si trattava di un affare politico; probabilmente temevano la rivolta degli anabattisti. Dapprima volevano giustiziarlo, ma essendone nati dei torbidi, furono inoltrate numerose petizioni che chiedevano la grazia. Cromwell si pronunciò in favore di un alleggerimento della pena. Nayler venne fustigato e marchiato a fuoco. La folla dei suoi seguaci circondò il patibolo, gli baciò i piedi, le mani, i capelli (134).

Non a caso il nome dei ranters è risorto un secolo e mezzo più tardi: intorno al 1820 così si chiamò un gruppo di metodisti. Proprio dai loro predicatori vennero i primi organizzatori delle Trade Unions inglesi, grazie all'esperienza di oratori popolari che avevano acquisito nella setta (135).

Caratteristiche palesemente socialiste ebbe il movimento dei diggers. Esteriormente il movimento iniziò con dei piccoli gruppi di persone che, a partire dal 1649, si appropriarono delle terre comunali per lavorarle collettivamente. Tuttavia questo tentativo di organizzare delle comuni era puramente dimostrativo e, non avendo alcuna conseguenza pratica, solo l'attività pubblicistica dei diggers ebbe una certa importanza.

La figura di maggior spicco fra questi fu Gerard Winstanley, che espone in alcune brevi opere la sua idea fondamentale sull'illegalità della proprietà privata della terra. Dice d'aver avuto una visione, di "aver sentito delle voci e avuto una rivelazione", e che la sua dottrina riporta quanto è stato a lui rivelato.

"E finché noi, o chiunque altro, manterremo la proprietà privata, contribuiremo a mantenere la creazione nella schiavitù che la fa gemere; impediamo la rigenerazione e pecchiamo contro la luce, che ci è stata data, e perdiamo il nostro mondo per timore di fronte all'uomo carnale. E che la proprietà privata sia una maledizione lo vediamo dal fatto che vende e compra la terra ed è latifondista, se l'è procurata a prezzo di oppressioni, omicidi e furti; e tutti i proprietari terrieri vivono sulla violazione del settimo e ottavo comandamento: "non uccidere" e "non rubare"" (Il vessillo innalzato dai veri livellatori, ovvero L'ordinamento sociale rivelato e proposto ai figlì dell'uomo [136]).

Winstanley ha l'identico atteggiamento negativo verso il commercio e il denaro: "L'acquisto e la vendita sono un'enorme truffa, grazie alla quale si rapinano e si rubano la terra vicendevolmente". "Noi speriamo [...] che il popolo vivrà liberamente della terra, senza portare il marchio della bestia sulle mani e nelle sue promesse, e che tutti compreranno vino e latte senza soldi né prezzo, come dice Isaia" (Dichiarazione di un povero oppresso uomo d'Inghilterra) (137).

Le esigenze socialiste di Winstanley si limitano al rifiuto della proprietà privata e del denaro, mentre egli si dichiara apertamente contro le posizioni più estremiste: "Ritengo giusto che la terra debba essere comune a tutti, ma per quanto riguarda le donne è meglio che ogni uomo abbia la sua propria moglie, e ogni donna un marito suo. E non conosco nessun digger che agisca con tanta sconsideratezza per quanto riguarda la comunanza delle donne. Anche se qualcuno ha fatto qualcosa del genere, io affermo di non avere niente in comune con gente simile, e lo abbandono al suo signore, che lo ripagherà con tormenti spirituali e malattie della carne" (Omaggio per l'anno nuovo al parlamento e all'esercito [138]).

Winstanley si proclama a più riprese nemico della violenza e vuole convincere il lettore che i diggers otterranno i loro scopi con mezzi assolutamente pacifici. Tuttavia il pathos oratorio lo trasporta e gli fa alzare chiaramente la voce contro ogni proprietà privata, quando esorta a "scacciare dal creato la maledizione della proprietà privata, causa di tutte le guerre, degli spargimenti di sangue, rapine e delle leggi inique che tengono in schiavitù e miseria tutto il popolo" (Dichiarazione di un povero oppresso uomo d'Inghilterra [139]).

Egli traccia un quadro apocalittico della lotta tra l'agnello e il dragone: "E questa lotta proseguirà finché il dragone non sarà cacciato, ma la sua caduta e il suo giudizio si fanno sempre più prossimi" (Lettera a Lord Fairfax, generale delle forze inglesi, e al suo consiglio di guerra [140]) e dice ai suoi avversari: "Ma ora è giunto il tempo di affrancarsi, e tu, orgoglioso Esaù, e l'avidità crudele, dovrete essere abbattuti, e non sarete più i signori della creazione, poiché ora il re della giustizia si leva a regnare sulla terra e sopra di essa. Per questo, se vuoi ricevere pietà, libera Israele, spezza all'istante le catene della proprietà privata" (La bandiera innalzata dagli autentici livellatori [141]).

I diggers erano soltanto uno dei gruppi che componevano un più ampio movimento radicale all'epoca della rivoluzione inglese, I sostenitori di questo movimento erano detti "livellatori". Uno di essi, il mercante londinese William Walwyn, chiedeva che "in tutto il paese non ci fossero più recinzioni, né steccati o fossati".

Un pamphlet a lui contemporaneo gli attribuisce queste idee: "Che non ci sarà bene finché tutto non sarà stato messo in comune. Ed essendogli stato chiesto se questo potrà mai avvenire, rispose che noi dobbiamo lottare per questo. All'obiezione che questo vuol dire distruggere ogni potere, rispose poi che allora non ci sarà bisogno di autorità perché non esisteranno ladri, incettatori, truffe e sopraffazioni, per cui il potere diverrà superfluo" (142).

L'autore informa che Walwyn non smentì mai queste affermazioni. "Un piccolo gruppo di uomini coraggiosi e infaticabili potrebbe capovolgere il mondo intero, se affrontassero la cosa con intelligenza, e non avessero paura di rischiare la vita" sostiene Walwyn (143).

Il giornale Il moderato, riflettendo le posizioni dei livellatori, scriveva a proposito dell'esecuzione di alcuni saccheggiatori: "Molte persone oneste cercano di dimostrare che solamente la proprietà privata, condizionando la vita di gente di quella sorta, li costringe a violare la legge per mantenersi in vita. Spiegano poi con grande convinzione che la proprietà è la causa prima di tutte le discordie fra i partiti dopo la fine della guerra civile" (144).

In un opuscolo dell'epoca Gli uomini che hanno scoperto l'Inghilterra, ossia i principi dei livellatori si dice: "I livellatori sono gente che non vuole che qualcuno possa dire sua qualcosa; a detta loro il potere dell'uomo sulla terra è tirannia, e la proprietà privata è opera del diavolo" (145).

Dello scrittore Heriry Marten, vicino ai livellatori, si dice: "Egli si è dichiarato dalla parte della comunanza dei beni e delle donne, rifiuta il re, i lord, la nobiltà, gli avvocati, i preti e persino lo stesso parlamento che si nutre in seno questa serpe, e si dichiara in genere contro ogni potere in assoluto. Vorrebbe, come un secondo Walt Tyler, sterminare tutti gli uomini che usano la penna" (146).

A dispetto del rifiuto della violenza conclamato da Winstanley i gruppi più estremisti dei livellatori propagandavano il terrore. Viene dal loro ambiente un pamphlet intitolato: L'eliminazione non è un assassinio.

Il tentativo dei livellatori di provocare una sollevazione fu soffocato senza difficoltà dall'esercito di Crornwell.

In quasi tutte le correnti dei livellatori le tendenze socialiste si univano a varie forme di ateismo. Perfino Winstanley, che parlava spesso di voci e rivelazioni e che amava citare i profeti, scrisse del cristianesimo: "Questa dottrina divina, che voi chiamate "spirituale e celeste", non è altro in realtà che un brigante che viene a rubare la vite della serenità umana [...] Chi predica questa dottrina divina è l'assassino di molte anime misere [...]".

Overton pubblicò il libro L'uomo interamente mortale, ovvero: "Trattato in cui si dimostra, per mezzo di considerazioni teologiche e filosofiche, che avendo peccato l'uomo per intero, muore anche per intero, in contrapposizione alla generale divisione dell'uomo in anima e corpo" (147). I partigiani di Overton crearono la setta delle "anime addormentate", credendo che con la morte si assopisca anche l'anima.

L'epoca della rivoluzione inglese fu l'ultimo grande rigurgito delle sette. Dopo d'allora è scomparsa dalla storia la figura caratteristica del profeta-apostolo (148). Scompaiono anche le sette stesse che avevano conservato con tanta continuità i loro tratti per più di 600 anni.

Anche le correnti socialiste di quest'epoca hanno un carattere transitorio; da un lato conservano chiare tracce della loro origine settaria, questo è evidente dalle visioni, dalle rivelazioni e dalle voci di cui parlava Winstanley, dai suoi tentativi di far discendere le sue idee dall'interpretazione delle Scritture. Si potrebbero individuare anche legami diretti con le sette europee. Abbiamo già parlato di alcune vie per cui l'anabattismo si introdusse in Inghilterra.

Nel periodo antecedente la rivoluzione, questi legami diretti erano ancora in atto. Così in questo periodo si stabilì in Inghilterra il vescovo dei fratelli boemi Jan Amos Komensky, Fu espulso dall'Inghilterra nel 1642, ma la sua influenza durò molto più a lungo. Uno dei pubblicisti più noti tra i livellatori, Samuel Hartlib, tradusse in inglese le opere di Komensky.

Ma da un altro lato molte opere dei livellatori sono scritte secondo uno spirito prettamente razionalistico e non recano più traccia di pensiero religioso. Alcune di esse si accostano allo stile letterario del socialismo utopistico che andava allora nascendo.

Di questo genere è l'opera di Hartlib: Descrizione del celebre regno di Macario, nella quale si descrive un'esistenza completamente sottomessa allo Stato. Nello stesso stile è scritta pure l'opera più significativa di Winstanley La legge della libertà, che per questo motivo si riferisce piuttosto all'argomento del prossimo capitolo.